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ritenuta d'acconto, guida 2024

ritenuta d'acconto, guida 2024
Data: mag 2, 2024
Categorie: Blog
Commenti: 0
Autore: Claudio

Professionisti, imprese e soggetti di prestazione di lavoro autonomo senza pensieri


La ritenuta di acconto è una tassa che viene trattenuta quando paghi un professionista o un'azienda per un servizio. Questa tassa anticipata viene inviata direttamente al governo e serve come un primo pagamento dell'imposta totale che il professionista o l'azienda dovrà pagare alla fine dell'anno.


Guida semplice sulla ritenuta d'acconto

 

 

 

Che cosa è la ritenuta di acconto?

 

La ritenuta di acconto è un'anticipazione di imposta che viene trattenuta da un soggetto che effettua un pagamento ad un altro soggetto, sulla base di quanto previsto dalle normative fiscali.

In pratica, quando un soggetto effettua un pagamento a un altro soggetto per una prestazione di lavoro o di servizi, ad esempio, trattiene un importo sulla somma complessiva da pagare e lo versa direttamente all'Erario, ovvero all'Agenzia delle Entrate. Questo importo trattenuto viene considerato come un'anticipazione dell'imposta dovuta dal soggetto che riceve il pagamento, che dovrà poi regolarizzare il proprio conto fiscale al momento della dichiarazione dei redditi.

La ritenuta di acconto è applicabile in molti casi, tra cui il pagamento di compensi per prestazioni professionali, lavoro autonomo, canoni di locazione, interessi e altri redditi soggetti ad imposta.

 

Esempi di calcolo ritenuta d'acconto e valore del tuo compenso

 

Per calcolare la ritenuta d'acconto devi fare un'operazione molto semplice.


Dati dei nostri esempi con il calcolo percentuale:

Percentuale di ritenuta d'acconto =  20%
Valore del compenso = 100 euro


Calcolo dal compenso alla ritenuta d'acconto con percentuale

  1. Moltiplica il compenso (in questo caso 100 euro) per il valore 20:
    100 x 20 = 2000
  2. Dividi quindi il risultato della moltiplicazione 2000 per il valore 100.
    L'operazione da fare quindi è: 2000 / 100 = 20. 

Il valore della ritenuta d'acconto è uguale a 20 euro


Calcolo dal compenso al netto della ritenuta d'acconto con percentuale

  1. Sottrai il valore del compenso al valore della ritenuta d'acconto:
    100 - 20 = 80
  2. Il valore del compenso al netto della ritenuta d'acconto è uguale ad 80 euro. 


Calcolo dal compenso alla ritenuta d'acconto semplificato

Un altro metodo molto semplice per calcolare la ritenuta d'acconto ed il valore del compenso al netto della ritenuta d'acconto è il seguente:


Calcolo dal compenso alla ritenuta d'acconto (metodo semplificato)


Nota Bene: La percentuale del 20% vuol dire fare la divisione di 20 per il valore 100.

L'operazione da fare quindi è: 20 / 100 = 0,20 
Allo stesso modo, questo vuol dire che se la percentuale che devi applicare è 25% devi fare la divisione di 25 per il valore 100 quindi 25 / 100 = 0,25. Se la percentuale è 30% allora il valore ottenuto è 0,30. Se la percentuale è 23% il valore è 0,23 e così via.
Calcolando la percentuale in questo modo, calcolare la ritenuta d'acconto diventa molto semplice. 

Per calcolare quindi la ritenuta d'acconto devi moltiplicare il valore del compenso al numero che abbiamo ricavato con la percentuale, quindi: 

  1. 100 x 0,20 = 20
  2. Il valore della ritenuta d'acconto è uguale a 20 euro.

Per calcolare il valore del compenso al netto della ritenuta d'acconto puoi quindi procedere come descritto in precedenza:

  1. Sottrai il valore del compenso al valore della ritenuta d'acconto:
    100 - 20 = 80
  2. Il valore del compenso al netto della ritenuta d'acconto è uguale ad 80 euro. 

Emetti con fatturapertutti le fatture elettroniche con il calcolo automatico della ritenuta d'acconto.   

Calcola ritenuta d'acconto

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Scarica il file excel che ti permette di fare il calcolo della ritenuta di acconto, del totale netto da pagare e di calcolare il compenso (totale lordo) a partire dal valore del totale netto da pagare. Di seguito il link per scaricare il file:
Calcolo ritenuta di acconto excel

La ritenuta di acconto viene calcolata come una percentuale del reddito o del compenso lordo che viene erogato al beneficiario del pagamento. La percentuale dipende dal tipo di reddito o compenso e dalle normative fiscali vigenti nel paese in cui viene effettuato il pagamento.

 

In Italia, ad esempio, le aliquote di ritenuta di acconto sono diverse a seconda del tipo di reddito o compenso. Per i redditi da lavoro dipendente, la ritenuta di acconto viene calcolata applicando l'aliquota fiscale progressiva prevista per la fascia di reddito in cui si colloca il beneficiario del pagamento. Attualmente, le aliquote IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche) vanno dal 23% al 43% a seconda del reddito annuo.

Per i compensi per prestazioni professionali, la ritenuta di acconto è invece del 20% per i professionisti iscritti all'albo e del 30% per quelli non iscritti. Per i canoni di locazione di immobili, invece, l'aliquota di ritenuta di acconto è del 21%.

In generale, la ritenuta di acconto viene calcolata moltiplicando l'importo lordo del reddito o del compenso per l'aliquota di ritenuta prevista dalla legge e poi sottraendo questa somma dal totale che deve essere pagato al beneficiario del pagamento.

 

Chi è soggetto a ritenuta d'acconto?

 

La ritenuta di acconto è rivolta a tutte le persone fisiche o giuridiche che effettuano pagamenti ad altre persone fisiche o giuridiche per prestazioni di lavoro, servizi, affitti, interessi e altri redditi soggetti ad imposta.

In pratica, la ritenuta di acconto è applicabile a tutti coloro che effettuano pagamenti a soggetti che non sono dipendenti dell'azienda o dell'ente che effettua il pagamento. Ad esempio, se una azienda assume un dipendente e gli corrisponde uno stipendio mensile, non è necessario applicare la ritenuta di acconto, in quanto l'imposta sul reddito viene trattenuta direttamente dal datore di lavoro e versata all'Agenzia delle Entrate.

Tuttavia, se l'azienda assume un professionista esterno per una consulenza o per un servizio specifico, è necessario applicare la ritenuta di acconto sulla somma complessiva che viene pagata al professionista, al fine di anticipare l'imposta dovuta dal professionista stesso.

In sintesi, la ritenuta di acconto è rivolta a tutte le persone fisiche o giuridiche che effettuano pagamenti a soggetti esterni per prestazioni di lavoro, servizi, affitti, interessi e altri redditi soggetti ad imposta.

 

Esempi di applicazione della ritenuta di acconto

Un esempio di calcolo ritenuta di acconto nella fattura di un professionista

 

Supponiamo che un professionista emetta una fattura per un compenso di 1.000 euro, addebitando anche la ritenuta di acconto del 20%. Leggi di seguito come fare il calcolo della ritenuta di acconto:

  1. Importo della fattura: 1.000 euro
  2. Aliquota di ritenuta di acconto applicabile per i compensi a professionisti: 20%
  3. Importo della ritenuta di acconto: 1.000 euro x 20% = 200 euro
  4. Importo netto della fattura: 1.000 euro - 200 euro = 800 euro

Quindi, il professionista addebiterà all'acquirente il totale di 1.000 euro, di cui 200 euro andranno versati all'Agenzia delle Entrate a titolo di ritenuta di acconto, mentre gli altri 800 euro rappresentano il compenso netto che il professionista riceverà effettivamente.

E' importante notare che il professionista dovrà poi includere il compenso lordo di 1.000 euro nella sua dichiarazione dei redditi annuale e calcolare il conguaglio, ovvero la differenza tra l'imposta dovuta sull'intero reddito e le ritenute di acconto già versate.

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Fatturazione Professionisti, esempi d'uso

 

Ritenuta di acconto: esempio di calcolo di un professionista senza regime per cassa

 

Supponiamo che un professionista abbia percepito nel corso dell'anno 2022 un reddito lordo di 50.000 euro, di cui 20.000 euro sono stati oggetto di ritenute di acconto già versate. Il professionista non ha optato per il regime della "cassa", ma ha adottato il regime dei minimi. Le aliquote IRPEF applicabili nel 2022 sono le seguenti:

Fascia di reddito

Aliquota

IRPEF

Fino a 15.000 euro

23%

Da 15.001 euro a 28.000 euro

27%

Da 28.001 euro a 55.000 euro

38%

Oltre 55.000 euro

43%

 

Ritenuta di acconto: esempio di calcolo di un professionista senza cassa previdenziale

 

Supponiamo che un professionista abbia percepito nel corso dell'anno 2022 un reddito lordo di 50.000 euro, di cui 20.000 euro sono stati oggetto di ritenute di acconto già versate. Il professionista non ha aderito alla cassa previdenziale, ma ha optato per la gestione separata INPS. Le aliquote contributive applicabili alla gestione separata INPS nel 2022 sono le seguenti:

Fascia di reddito

Aliquota contributiva

Fino a 15.718,05 euro

25,72%

Oltre 15.718,05 euro

33%

 

 

Il calcolo del reddito imponibile e delle relative imposte sarà simile a quello esposto nell'esempio precedente, con la differenza che bisognerà detrarre anche il contributo previdenziale dovuto, calcolato applicando l'aliquota contributiva alla parte del reddito lordo non soggetta a ritenuta di acconto, ovvero:

  1. Reddito lordo totale: 50.000 euro
  2. Reddito lordo soggetto a ritenuta di acconto: 20.000 euro
  3. Reddito imponibile (reddito lordo totale - reddito soggetto a ritenuta di acconto): 30.000 euro
  4. Imposta IRPEF sul reddito imponibile: da calcolare applicando le aliquote IRPEF a seconda della fascia di reddito
  5. Contributo INPS: (30.000 euro x 33%) = 9.900 euro
  6. Reddito netto (reddito lordo totale - ritenute di acconto - IRPEF - contributo INPS): da calcolare sottraendo al reddito lordo totale le ritenute di acconto, l'imposta IRPEF e il contributo INPS.

 

Ritenuta di acconto: esempio di calcolo di un professionista con cassa previdenziale

 

Supponiamo che un professionista abbia percepito nel corso dell'anno 2022 un reddito lordo di 50.000 euro, di cui 20.000 euro sono stati oggetto di ritenute di acconto già versate. Il professionista ha aderito alla cassa previdenziale e ha optato per il regime forfettario, con aliquota del 15%. Le aliquote contributive alla cassa previdenziale nel 2022 sono le seguenti:

Tipologia contributo

Aliquota contributiva

Gestione separata INPS

25,72%

Cassa previdenziale professionisti (INARCASSA, ENPALS, ecc.)

Variabile (in genere intorno al 4-5%)

 

 

Il calcolo del reddito imponibile e delle relative imposte sarà il seguente:

  1. Reddito lordo totale: 50.000 euro
  2. Reddito lordo soggetto a ritenuta di acconto: 20.000 euro
  3. Reddito imponibile (reddito lordo totale - reddito soggetto a ritenuta di acconto): 30.000 euro
  4. Contributo INPS: (30.000 euro x 25,72%) = 7.716 euro
  5. Contributo alla cassa previdenziale professionisti: (30.000 euro x 5%) = 1.500 euro
  6. Imposta sostitutiva del 15% sul reddito imponibile: (30.000 euro x 15%) = 4.500 euro
  7. Reddito netto (reddito lordo totale - ritenute di acconto - contributi previdenziali - imposta sostitutiva): da calcolare sottraendo al reddito lordo totale le ritenute di acconto, i contributi previdenziali e l'imposta sostitutiva.

 

Ritenuta di acconto: esempio di fattura emessa da un avvocato con cassa e ritenuta

 

Descrizione servizio

Quantità

Prezzo unitario

Importo

Consulenza legale

10 ore

150 euro/ora

1.500 euro

Redazione contratto

1 contratto

500 euro

500 euro

Spese accessorie

-

50 euro

50 euro

Totale

-

-

2.050 euro

 

 

Supponiamo che l'avvocato abbia aderito alla cassa previdenziale INPS e che l'aliquota contributiva sia del 25,72%. Inoltre, supponiamo che la ritenuta di acconto sia del 20%.

Il calcolo del totale da fatturare sarà il seguente:

  1. Totale parziale: 2.050 euro
  2. Contributo INPS: (2.050 euro x 25,72%) = 527,86 euro
  3. Totale imponibile (totale parziale + contributo INPS): 2.577,86 euro
  4. Ritenuta di acconto: (2.577,86 euro x 20%) = 515,57 euro
  5. Totale fattura (totale imponibile - ritenuta di acconto): 2.062,29 euro

Quindi, l'avvocato emetterà la fattura per un totale di 2.062,29 euro, di cui 1.500 euro per la consulenza legale, 500 euro per la redazione del contratto e 50 euro per le spese accessorie. La fattura riporterà inoltre l'importo della ritenuta di acconto (515,57 euro) che il cliente dovrà versare all'Erario. L'avvocato, infine, dovrà versare il contributo alla cassa previdenziale INPS pari a 527,86 euro.

Per approfondimenti leggi anche:
Fac simile fattura avvocato (calcolo) regime forfettario o ordinario

 

Fattura Avvocato

 

 

 

Esempio di una fattura emessa da un agente di commercio con cassa, ritenuta di acconto, enasarco, e spese

 

Descrizione servizio

Quantità

Prezzo unitario

Importo

Vendita prodotto A

100 pezzi

50 euro/pezzo

5.000 euro

Vendita prodotto B

50 pezzi

100 euro/pezzo

5.000 euro

Trasferta

3 giorni

100 euro/giorno

300 euro

Spese accessorie

-

500 euro

500 euro

Totale

-

-

10.800 euro

 

Supponiamo che l'agente di commercio abbia aderito alla cassa previdenziale INPS e che l'aliquota contributiva sia del 25,72%. Inoltre, supponiamo che la ritenuta di acconto sia del 20%.

Il calcolo del totale da fatturare sarà il seguente:

  1. Totale parziale: 10.800 euro
  2. Contributo INPS: (10.800 euro x 25,72%) = 2.778,56 euro
  3. Totale imponibile (totale parziale + contributo INPS): 13.578,56 euro
  4. Ritenuta di acconto: (13.578,56 euro x 20%) = 2.715,71 euro
  5. Totale fattura (totale imponibile - ritenuta di acconto): 10.862,85 euro

Quindi, l'agente di commercio emetterà la fattura per un totale di 10.862,85 euro, di cui 5.000 euro per la vendita del prodotto A, 5.000 euro per la vendita del prodotto B, 300 euro per la trasferta e 500 euro per le spese accessorie. La fattura riporterà inoltre l'importo della ritenuta di acconto (2.715,71 euro) che il cliente dovrà versare all'Erario. L'agente di commercio, infine, dovrà versare il contributo alla cassa previdenziale INPS pari a 2.778,56 euro.

Per approfondimenti leggi anche:
Fac simile Fattura Elettronica Agente di Commercio

 

Fattura agente di commercio

 

Che cos'è e come si calcola la ritenuta sulle provvigioni inerenti a rapporti di commissione, agenzia, mediazione, rappresentanza di commercio e procacciamento d’affari?

 

La ritenuta sulle provvigioni inerenti a rapporti di commissione, agenzia, mediazione, rappresentanza di commercio e procacciamento d’affari è una ritenuta di acconto che viene applicata in caso di rapporti di lavoro autonomo tra il professionista e il committente, ovvero il cliente che richiede il servizio.

La percentuale della ritenuta è del 20% e si applica alla base imponibile, che corrisponde all'ammontare della provvigione spettante al professionista.

Per calcolare l'importo della ritenuta, basta moltiplicare la base imponibile per la percentuale della ritenuta, ovvero:

Importo ritenuta = Base imponibile x 20%

L'importo della ritenuta va poi indicato nella fattura emessa dal professionista, e viene trattenuto dal committente al momento del pagamento della provvigione. La ritenuta deve essere poi versata all'Agenzia delle Entrate entro il mese successivo al pagamento, utilizzando il codice tributo 1014.

 

 

Un esempio di una fattura emessa da uno psicologo con cassa, ritenuta di acconto e spese

 

Descrizione servizio

Quantità

Prezzo unitario

Importo

Seduta di psicoterapia

5 sedute

80 euro/seduta

400 euro

Seduta di sostegno psicologico

3 sedute

50 euro/seduta

150 euro

Spese accessorie

-

100 euro

100 euro

Totale

-

-

650 euro

Supponiamo che lo psicologo abbia aderito alla cassa previdenziale INPS e che l'aliquota contributiva sia del 25,72%. Inoltre, supponiamo che la ritenuta di acconto sia del 20%.

Il calcolo del totale da fatturare sarà il seguente:

  1. Totale parziale: 650 euro
  2. Contributo INPS: (650 euro x 25,72%) = 167,06 euro
  3. Totale imponibile (totale parziale + contributo INPS): 817,06 euro
  4. Ritenuta di acconto: (817,06 euro x 20%) = 163,41 euro
  5. Totale fattura (totale imponibile - ritenuta di acconto): 653,65 euro

Quindi, lo psicologo emetterà la fattura per un totale di 653,65 euro, di cui 400 euro per le sedute di psicoterapia, 150 euro per le sedute di sostegno psicologico e 100 euro per le spese accessorie. La fattura riporterà inoltre l'importo della ritenuta di acconto (163,41 euro) che il cliente dovrà versare all'Erario. Lo psicologo, infine, dovrà versare il contributo alla cassa previdenziale INPS pari a 167,06 euro.

Per approfondimenti leggi anche:
Fattura psicologo con regime forfettario (facsimile)

 

Fattura Psicologo Regime Forfettario

 

 

Tabelle utili per orientarti nel corretto calcolo della ritenuta di acconto

 

Percentuali di ritenuta di acconto per categoria, base imponibile e codice tributo F24

 

Di seguito la tabella con le principali aliquote di ritenuta di acconto applicabili alle diverse categorie di redditi e compensi con i codici tributo da utilizzare per il pagamento con F24:

 

Categoria di reddito o compenso

Aliquota

di

ritenuta di acconto

Base imponibile Codice tributo

Medici e odontoiatri

20% 100% 1040

Lavoro autonomo (compensi a professionisti, consulenti, etc.)

20% 100% 1040

Lavoro autonomo occasionale

(compensi occasionali a professionisti, consulenti, etc.)

20% 100% 1040
Compensi provvigioni per agenzia, mediazione, rappresentanza di commercio e  procacciamento di affari 23% 50% 1040
Compensi provvigioni per agenzia, mediazione, rappresentanza di commercio e  procacciamento di affari (con il supporto di personale in modo continuativo) 23% 20% 1040

Compensi per all'autore per cessione di diritti d'autore

20% 75% 1040
Compensi per all'autore per cessione di diritti d'autore (età inferiore a 35 anni) 20% 60% 1040

Affitti di immobili (persone fisiche)

21% 100% 1841

Affitti di immobili (persone giuridiche)

21% 100% 1919

Incaricati per la vendita a domicilio

23% 78% 1040


Le percentuali di ritenuta d'acconto presenti nella precedente tabella possono variare a seconda della normativa vigente e della specifica situazione fiscale del professionista. 

 

Principali aliquote di cassa previdenziale per categoria

 

INPS (gestione separata) per i lavoratori autonomi

Categoria professionale

Aliquota contributiva

Artigiani e commercianti

24,72%

Collaboratori coordinati e continuativi

33%

Lavoratori con partita IVA

25,72%

Liberi professionisti

25,72%

INARCASSA per gli architetti

Categoria professionale

Aliquota contributiva

Architetti

19,50%

Ingegneri

11,00%

Geometri

13,00%

Periti industriali

12,00%

ENPAM per i medici

Categoria professionale

Aliquota contributiva

Medici

26,00%

Odontoiatri

21,60%

CASSA FORENSE per gli avvocati

Categoria professionale

Aliquota contributiva

Avvocati

16,00%

Praticanti avvocati

4,00%

CASSA DOTTORI COMMERCIALISTI per i commercialisti

Categoria professionale

Aliquota contributiva

Dottori commercialisti e esperti contabili

16,00%

Collaboratori e praticanti dottori commercialisti

4,00%

CASSA DI PREVIDENZA DELLE PROFESSIONI INFERMIERISTICHE (CIPNI) per gli infermieri

Categoria professionale

Aliquota contributiva

Infermieri

11,00%

Tuttavia, le aliquote contributive possono variare in base all'anno e alla normativa in vigore. Pertanto, è sempre opportuno verificare le aliquote aggiornate presso la propria cassa previdenziale di riferimento.

 

Causali di pagamento per i soggetti a ritenuta

 

Le causali di pagamento da inserire nella fattura elettronica per i soggetti a ritenuta di acconto sono quelle previste dalle istruzioni del modello 770S. L'elenco delle causali di pagamento da inserire nella fattura elettronica lo trovi al seguente link:
Soggetti a Ritenuta - Causali di pagamento come da istruzioni modello 770S

Si precisa che queste causali di pagamento sono obbligatorie per le fatture emesse da soggetti che applicano la ritenuta di acconto. In caso di mancata indicazione della causale corretta, si può incorrere in sanzioni.

 

Causali di pagamento per il modello 770

 

Le causali di pagamento per il modello 770, che deve essere presentato dai sostituti d'imposta, sono le seguenti:

  • 01: ritenuta d'acconto (personale dipendente);
  • 02: ritenuta d'acconto (collaboratori, agenti, rappresentanti, procacciatori, etc.);
  • 03: ritenuta d'acconto (professionisti);
  • 04: ritenuta d'acconto (altre persone fisiche);
  • 05: ritenuta d'acconto (società, enti pubblici, etc.);
  • 06: ritenuta d'acconto (imprese agricole);
  • 07: ritenuta d'acconto (altri soggetti).

Per ciascuna delle causali sopra elencate, il sostituto d'imposta deve indicare l'importo delle ritenute effettuate durante l'anno solare, comprensivo delle ritenute operate su redditi di lavoro dipendente, di lavoro autonomo e assimilati, nonché di quelle relative ai redditi di capitale, per un importo superiore a 100 euro. Inoltre, per le causali 01 e 05, il sostituto d'imposta deve indicare anche il reddito imponibile e l'importo delle trattenute effettuate sui redditi esenti.

Si precisa che la compilazione del modello 770 è obbligatoria per tutti i sostituti d'imposta che hanno effettuato ritenute d'acconto durante l'anno solare precedente. In caso di mancata presentazione del modello 770 o di indicazione errata delle causali o degli importi, il sostituto d'imposta può incorrere in sanzioni.

 

 

Faq per l'applicazione della ritenuta di acconto


Un soggetto in regime forfettario applica la ritenuta di acconto in fattura?

 

No, i soggetti che applicano il regime forfettario non applicano la ritenuta di acconto in fattura.

Il regime forfettario è un regime fiscale semplificato previsto per alcune categorie di contribuenti, come ad esempio i professionisti e le piccole imprese, che consente di pagare una imposta sostitutiva dell'IRPEF e delle addizionali regionali e comunali in misura forfettaria, senza dover effettuare il calcolo del reddito d'impresa.

In questo regime, non è prevista l'applicazione della ritenuta di acconto in fattura, in quanto l'imposta sostitutiva viene già versata in modo forfettario e non è possibile effettuare ulteriori riduzioni dell'imponibile. Tuttavia, il cliente che riceve la fattura può comunque detrarre la spesa dal reddito imponibile, senza dover applicare la ritenuta.

 

Quando non si applica la ritenuta di acconto?

 

La ritenuta di acconto non si applica in alcune situazioni, ad esempio:

  1. Quando il corrispettivo annuo complessivo percepito dal beneficiario è inferiore a 5.000 euro;
  2. Quando il pagamento viene effettuato da privati per prestazioni occasionali di lavoro autonomo;
  3. Quando il committente è una persona fisica che non svolge attività di impresa, arte o professione e il pagamento non supera i 5.000 euro in totale nell'anno solare.

In ogni caso, è sempre consigliabile consultare un commercialista o un professionista del settore per accertarsi delle disposizioni in vigore e delle eventuali eccezioni applicabili alla propria situazione.

 

Quali voci rientrano nella base imponibile della ritenuta d’acconto?

 

La base imponibile della ritenuta di acconto è costituita dal compenso lordo, ovvero dal totale dell'importo che il committente deve corrispondere al professionista o al fornitore per la prestazione del servizio o la vendita del bene.

Nel dettaglio, rientrano nella base imponibile della ritenuta d'acconto le seguenti voci:

  1. Il corrispettivo dovuto per la prestazione del servizio o la vendita del bene;
  2. Le spese addebitate al cliente (ad esempio, le spese di trasferta o le spese per l'acquisto di materiale necessario alla prestazione del servizio);
  3. Le indennità di trasferta e le diarie, se previste dal contratto o dalla normativa;

Si tenga presente che alcune voci potrebbero essere escluse dalla base imponibile a seconda della normativa fiscale e delle disposizioni contrattuali tra le parti. In ogni caso, è sempre opportuno verificare le specifiche disposizioni applicabili alla propria situazione.

 

Quali voci sono escluse dalla base imponibile della ritenuta d’acconto?

 

Esistono alcune voci che possono essere escluse dalla base imponibile della ritenuta d'acconto, ovvero:

  1. Le spese anticipate dal professionista o dal fornitore per conto del committente, purché quest'ultimo le rimborsi documentalmente;
  2. Le penali e le sanzioni applicate in caso di ritardato pagamento da parte del committente;
  3. I rimborsi spese e le voci di fattura a carattere meramente riparatorio o di rimborso che non costituiscono corrispettivo della prestazione (ad esempio, i rimborsi per spese di viaggio o per acquisto di materiali necessari alla prestazione del servizio);
  4. Le somme relative alla cessione di beni o di attività aziendali.

Tuttavia, la normativa fiscale può prevedere delle eccezioni o delle regole specifiche per ciascuna categoria di attività o di professionisti, pertanto è sempre consigliabile consultare un commercialista o un professionista del settore per accertarsi delle disposizioni in vigore e delle eventuali eccezioni applicabili alla propria situazione.

 

Come si paga la ritenuta d'acconto? Chi la paga?

 

La ritenuta di acconto viene pagata direttamente dal soggetto che effettua il pagamento al beneficiario del reddito o del compenso, ovvero il sostituto d'imposta.

In pratica, il sostituto d'imposta trattiene l'importo della ritenuta di acconto dalla somma complessiva che deve essere pagata al beneficiario del reddito o del compenso, e poi versa tale importo direttamente all'Agenzia delle Entrate entro i termini di legge.

Il pagamento della ritenuta di acconto deve essere effettuato entro il mese successivo a quello in cui è stato effettuato il pagamento del reddito o del compenso. Ad esempio, se un professionista riceve un pagamento a luglio, la ritenuta di acconto deve essere versata entro il 16 agosto successivo.

Il pagamento della ritenuta di acconto può essere effettuato tramite il modello F24, ovvero il modello di pagamento unificato che consente di pagare le imposte e le tasse direttamente online o presso gli sportelli delle banche abilitate.

È importante indicare correttamente i dati relativi alla ritenuta, come il codice tributo (che identifica la tipologia di ritenuta), l'anno di riferimento, il periodo di riferimento e l'importo versato. In caso di errori o omissioni, potrebbero essere applicate sanzioni e interessi di mora.

Si consiglia di conservare una copia del modello F24 e della ricevuta di versamento per eventuali controlli fiscali o per poter dimostrare di aver adempiuto all'obbligo di versamento della ritenuta d'acconto.

In sintesi, la ritenuta di acconto viene pagata dal soggetto che effettua il pagamento al beneficiario del reddito o del compenso, ovvero il sostituto d'imposta, e deve essere versata all'Agenzia delle Entrate entro il mese successivo a quello in cui è stato effettuato il pagamento. Il pagamento può essere effettuato tramite il modello F24.

 

Che cos'è e come si applica la ritenuta su interessi e redditi di capitale?
 

La ritenuta di acconto su interessi e redditi di capitale è un prelievo fiscale che viene applicato sui redditi da interessi e capitali, come ad esempio i dividendi, i buoni fruttiferi postali, i conti deposito e i titoli di Stato.

La ritenuta viene applicata sulla base dell'aliquota prevista dalla legge, che dipende dalla tipologia del reddito e dal soggetto che lo percepisce. Ad esempio, per i dividendi la ritenuta è del 26% per le persone fisiche e del 1,20% per le società.

La ritenuta viene operata dalla banca o dall'intermediario finanziario che effettua il pagamento dei redditi, il quale si occupa anche del versamento dell'importo trattenuto all'Agenzia delle Entrate entro i termini previsti dalla legge.

È possibile, in alcuni casi, richiedere l'applicazione di aliquote ridotte o esenzioni dalla ritenuta di acconto sui redditi da interessi e capitali, previa presentazione di specifica documentazione e nel rispetto dei requisiti previsti dalla legge.

 

 

Come si calcola il conguaglio o saldo della ritenuta d'acconto?

 

Il conguaglio è il calcolo dell'eventuale differenza tra l'importo della ritenuta di acconto versata durante l'anno fiscale e l'imposta effettivamente dovuta sul reddito o sul compenso per l'intero anno.

Per calcolare il conguaglio, è necessario seguire questi passaggi:

  1. Calcolare il reddito complessivo annuo, che include tutti i redditi percepiti durante l'anno, come stipendi, compensi professionali, redditi da affitti, interessi bancari, etc.
  2. Calcolare l'imposta annua dovuta sul reddito complessivo, applicando le aliquote e le detrazioni fiscali previste dalla legge.
  3. Sottrarre dall'imposta annua dovuta l'importo delle ritenute di acconto versate durante l'anno fiscale.

Se l'imposta annua dovuta è maggiore delle ritenute di acconto versate, il conguaglio sarà positivo e il contribuente dovrà versare la differenza all'Agenzia delle Entrate entro i termini di legge. Se invece l'imposta annua dovuta è inferiore alle ritenute di acconto versate, il conguaglio sarà negativo e il contribuente avrà diritto ad un rimborso.

Il conguaglio può essere calcolato attraverso la dichiarazione dei redditi, che deve essere presentata entro i termini di legge, generalmente entro il 30 settembre dell'anno successivo a quello di riferimento. Nella dichiarazione dei redditi, il contribuente deve indicare il reddito complessivo annuo e l'imposta annua dovuta, e poi confrontarle con le ritenute di acconto versate durante l'anno fiscale.

In sintesi, il conguaglio si calcola confrontando l'imposta annua dovuta sul reddito complessivo con l'importo delle ritenute di acconto versate durante l'anno fiscale. Il conguaglio può essere positivo, in caso di maggiore imposta dovuta, o negativo, in caso di imposta dovuta inferiore alle ritenute di acconto versate. Il conguaglio viene calcolato attraverso la dichiarazione dei redditi, che deve essere presentata entro i termini di legge.

Tuttavia, è importante notare che queste aliquote possono variare a seconda del tipo di reddito o compenso, del tipo di attività svolta e della situazione fiscale del contribuente. Inoltre, alcune categorie di contribuenti possono beneficiare di aliquote ridotte o agevolazioni fiscali specifiche. Pertanto, è sempre consigliabile consultare un professionista per avere informazioni più precise e aggiornate in merito alle aliquote di ritenuta di acconto applicabili al proprio caso specifico.

 

Come si fa la Certificazione unica delle ritenute d’acconto 2023?

 

La certificazione delle ritenute d'acconto è un documento che deve essere rilasciato dal soggetto che ha effettuato la ritenuta (ad esempio, il committente o il sostituto d'imposta) al soggetto che ha subito la ritenuta (ad esempio, il professionista o il fornitore), entro il 28 febbraio dell'anno successivo a quello di riferimento.

La certificazione deve contenere le seguenti informazioni:

  1. I dati identificativi del soggetto che ha effettuato la ritenuta e del soggetto che ha subito la ritenuta;
  2. L'importo totale delle ritenute effettuate nel corso dell'anno di riferimento, suddiviso per codice tributo e per periodo di riferimento;
  3. Le eventuali somme già versate in acconto o in eccedenza rispetto alle ritenute effettivamente dovute;
  4. La data di effettuazione delle ritenute.

Il modello di certificazione delle ritenute d'acconto è disponibile sul sito dell'Agenzia delle Entrate e può essere compilato in modo automatico con i dati contenuti nel modello 770, ad esempio 770/2022, (che contiene i dati delle ritenute effettuate nell'anno precedente).

La certificazione deve essere consegnata al soggetto che ha subito la ritenuta entro il termine previsto (28 febbraio dell'anno successivo) e deve essere conservata per eventuali controlli fiscali o per poter dimostrare di aver adempiuto all'obbligo di certificazione delle ritenute d'acconto.

 

Sanzioni e ravvedimento operoso per omesso versamento delle ritenute di acconto

 

Di seguito le sanzioni da ravvedimento operoso per omesso versamento di ritenute di acconto:

  • entro 14 giorni dalla scadenza: 1,5% di interessi;
  • dal 15° al 30° giorno dalla scadenza: 3% di interessi;
  • dal 31° al 60° giorno dalla scadenza: 3,75% di interessi;
  • oltre il 60° giorno dalla scadenza: 4,5% di interessi.

Inoltre, va aggiunto un ulteriore importo a titolo di sanzione:

  • entro 14 giorni dalla scadenza: nessuna sanzione;
  • dal 15° al 30° giorno dalla scadenza: 1% dell'importo non versato;
  • dal 31° al 60° giorno dalla scadenza: 1,5% dell'importo non versato;
  • oltre il 60° giorno dalla scadenza: 2% dell'importo non versato.

Si precisa che queste sanzioni sono previste per il ravvedimento operoso, ovvero la regolarizzazione volontaria del contribuente nel caso in cui si accorga di aver omesso il versamento delle ritenute di acconto. In caso di mancata regolarizzazione, l'importo delle sanzioni può essere maggiorato fino al 240% dell'importo non versato.

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